(di Marisa Alagia)
L'intento originario, scrive in due brevi righe diffuse nel tardo pomeriggio la Diocesi di Milano, era esclusivamente quello di conoscere dagli insegnanti di religione il loro bisogno di adeguata formazione 'per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti'. Ma la comunicazione, inviata attraverso un loro sito riservato e diventata presto pubblica, di segnalare le scuole dove si tratta l'argomento omosessualità, ha travolto l'arcidiocesi di Milano.
Tra le più importanti del mondo e la prima in Europa per numero di cattolici, dice il sito ufficiale, estesa fino alle province Varese e Lecco, Monza-Brianza, comasco, bergamasco e pavese: 5 milioni di abitanti, la stragrande maggioranza dei quali battezzati. Una diocesi che dopo una giornata di accuse e critiche, non si è arroccata su posizioni difensive, ma ha voluto chiedere ufficialmente scusa. Perché, se lo scopo non era certo quello di fare alcuna indagine o censimento, il modo era decisamente "inappropriato". Certo nell'invito ai 6000 e oltre docenti di religione cattolica a compilare una precisa tabella in molti hanno sentito il sapore di una schedatura. Così come sottolineare che "in tempi recenti - si legge nella mail agli insegnanti - gli alunni di alcune scuole italiane sono stati destinatari di una vasta campagna tesa a delegittimare la differenza sessuale affermando un'idea di libertà che abilita a scegliere indifferentemente il proprio genere e il proprio orientamento", ha scatenato le accuse di mancanza di rispetto dei diritti personali. La comunicazione è partita una settimana fa dal Servizio Insegnamento Religione Cattolica Arcidiocesi di Milano, scritta da don Fabio Landi, un collaboratore del responsabile, don Gian Battista Rota. Doveva restare riservata, ma lo è rimasta solo pochi giorni.
Tra le prime reazioni quelle del sottosegretario alle Riforme del Governo Renzi, Ivan Scalfarotto. "Penso che con un eufemismo la si possa definire inopportuna", ha detto. Vari senatori del Pd hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'Istruzione. Ma il testo ha scatenato soprattutto chi si batte per i diritti omosessuali. Come l'associazione radicale Certi diritti. "La Curia di Milano - ha detto il portavoce - dimostra di non aver rispetto più neanche per gli insegnati di religione che vorrebbe trasformare in delatori". "Questa è l'ennesima posizione omofobica della Chiesa - ha denunciato Davide Zotti, insegnante e responsabile Scuola di Arcigay -, in un ambito delicatissimo com'è quello dell'educazione e della formazione dei giovani". E se prima ancora del chiarimento della diocesi di Milano già il presidente dei vescovi Angelo Bagnasco, aveva espresso delle perplessità ("Mi sembra estremamente improbabile e strano - aveva detto il cardinale - che possa esserci un censimento di questo tipo nelle scuole"), gli studenti erano già sul piede di guerra. Domani a Milano ci sarà la manifestazione per lo sciopero di diverse categorie di lavoratori e loro si sono già dati appuntamento in Piazza Fontana, sede della diocesi. Non solo perché sede di uno degli incontri di presentazione della Buona Scuola, iniziativa che stanno contestando. Ora è anche simbolo, scrivono, "di un'idea di scuola discriminante ed escludente che non possiamo tollerare".
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