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Fenomenologia di Diabolik vista da Cappi

Fenomenologia di Diabolik vista da Cappi

Il personale viaggio di un autore nel mondo del Re del crimine

MILANO, 27 luglio 2016, 17:29

Fabrizio Cassinelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Mettere a nudo uno degli antieroi più famosi di un'intera generazione, Diabolik, non è compito facile. Far gettare la maschera al re del travestimento, all'imprendibile uomo mascherato e alla sua diabolica amante-complice è il compito che si è assunto Andrea Carlo Cappi, prolifico autore italiano di noir e fantastico in "fenomenologia di Diabolik" (Algama editore), in uscita domani in formato ebook.

Di Cappi, già autore di numerosi thriller e di quattro romanzi di Diabolik & Eva Kant, esce ora il libro che rivela i segreti dei personaggi e dell'universo creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Non solo le fonti di ispirazione e la storia del fenomeno diventato un cult anche per cinema e tv e che ha segnato la nascita del giallo italiano a fumetti e dei cosiddetti "eroi neri", ma anche un'analisi della psicologia dei protagonisti, della geografia, dell'economia e del tempo del mondo di Diabolik ed Eva Kant. "Accenniamo al retroterra letterario da cui è nato il personaggio, alla sua storia editoriale, al suo impatto socio-culturale e alle sue trasposizioni - spiega l'autore, che dal 1993 ha pubblicato oltre quaranta titoli fra narrativa e saggistica e più di un centinaio di racconti - Ma soprattutto con questo libro voglio comunicare ai lettori quello che ho capito dall'interno, durante il mio personale viaggio nel mondo di Diabolik".

Una delle tante chicche? 

"Sta Diabolik birbaccione penetrando in un balcone, poi, con grande abilità, si traveste da sofà. Il Visconte s’è seduto ma Diabolik resta muto; poi quel mobile vivente lo borseggia come niente. L’ispettore dice: «Ohibò, un bel dì lo prenderò!»". Un passo di Alfredo Castelli in 'Diabolik nello stile del Corriere dei Piccoli', da 'La vita segreta del ragionier Giovanni Diabolik' (1974).

Perché su Diabolik c'è sempre qualcosa di nuovo da osservare. Come dissero le ideatrici in 'Verbale di interrogatorio' (da Il librone rosso, 1974) "Diabolik finirà di esistere solo il giorno in cui questa società non avrà più bisogno di gente come lui per rilevare le proprie contraddizioni...".

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