Adesso bisogna fare presto: va bene l''assenza' del sindaco Giuseppe Sala per permettergli da capire esattamente di cosa è accusato nell'inchiesta sulla piastra di Expo (la gara più importante di tutta l'esposizione universale), però si tratta di una situazione che non può durare a lungo. E quindi la speranza a Palazzo Marino è che Sala rientri in carica nel giro di qualche giorno, possibilmente prima di Natale. "L'ho trovato tranquillo, al lavoro, sta utilizzando questo tempo di sospensione per approfondire le questioni che gli sono state poste davanti". Così la vice sindaco di Milano, Anna Scavuzzo, ha riferito del sindaco Beppe Sala. Oggi anche il leader del Pd Matteo Renzi lo invita a ripensarci: "Comprendiamo la sua amarezza - ha detto Renzi dall'assemblea del Pd - ma gli chiediamo di fare ciò che i milanesi gli hanno chiesto di fare".
Intanto continuano gli appelli perché riveda la sua decisione. A partire da quello del comitato per la legalità del comune, guidato dall'ex pm di Mani pulite Gherardo Colombo, secondo cui non ci sono "motivi per protrarre" l'autosospensione. Anche 135 sindaci dell'Anci, l'associazione dei Comuni, primo firmatario il sindaco di Catania Enzo Bianco, hanno firmato una lettera aperta a Sala per chiedergli "di riprendere la sua funzione", ventilando "gravi conseguenze" se passa il messaggio che di fronte all'iscrizione nel registro degli indagati "un amministratore è gravemente indebolito nell'esercizio delle sue funzioni". Persino il segretario della Lega Nord Matteo Salvini gli ha chiesto di tornare "a fare il sindaco senza inventarsi cose strane". "Se ha la coscienza pulita vada in ufficio a lavorare già da oggi pomeriggio, perché Milano ha bisogno di questo, se non ha la coscienza pulita lo ammetta e si faccia da parte". "La decisione del nostro collega Beppe Sala di autosospendersi dalla carica di sindaco di Milano - scrivono - è certamente un gesto di grande sensibilità, pieno di dignità e orgoglio. Lo comprendiamo e lo rispettiamo. Ma gli chiediamo di riprendere la sua funzione". Si legge nella lettera aperta. "Milano, come qualunque città - si legge nella missiva - ha bisogno del suo sindaco. Sala ha appreso (dalla stampa!) che la richiesta di proscioglimento avanzata dalla Procura non è stata accolta e che le indagini continuano. Rispettiamo sempre le decisioni della Magistratura, anche quando non appaiono convincenti. Tuttavia - osservano i 71 sindaci - se passa il messaggio che, di fronte al semplice avvio di una indagine, all'iscrizione nel registro degli indagati, un amministratore è gravemente indebolito nell'esercizio delle sue funzioni, si determinano gravi conseguenze".
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