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La pistola di Amri è la stessa che uccise l'autista del camion a Berlino

Terrorismo

La pistola di Amri è la stessa che uccise l'autista del camion a Berlino

Da ieri si segue la pista delle banconote del terrorista

MILANO, 03 gennaio 2017, 12:21

Redazione ANSA

ANSACheck

Erma Werke model ep552s - RIPRODUZIONE RISERVATA

Erma Werke model ep552s - RIPRODUZIONE RISERVATA
Erma Werke model ep552s - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'arma che uccise l'autista del camion della strage di Berlino risulta la stessa con cui Anis Amri ferì il poliziotto a Sesto San Giovanni: lo conferma la perizia svolta dalla Polizia scientifica. La pistola usata da Anis Amri "a Berlino e a Milano è una Erma Werke, calibro 22 long rifle fabbricata in Germania". Lo ha spiegato il direttore della Quarta divisione del servizio di polizia Scientifica, Gianpaolo Zambonini. La comparazione effettuata tra il bossolo esploso dall'arma utilizzata dal terrorista a Sesto e quello repertato dalla Polizia tedesca ha portato inequivocabilmente ad accertare che sono stati espulsi dalla stessa pistola; il proiettile estratto dalla spalla dell'agente italiano ferito non è, invece, utile per il confronto perché troppo danneggiato. Il lavoro degli esperti di balistica del Servizio Polizia Scientifica prosegue, dando seguito alla delega della Dda di Milano ed in stretta sinergia con gli investigatori della Digos del capoluogo lombardo, per appurare se l'arma sia stata utilizzata in altri episodi criminali, in Italia o altrove. Dell'esito degli accertamenti sono stati informati gli organi investigativi tedeschi con cui vi è piena collaborazione.

Intanto da ieri si segue la pista delle banconote del terrorista - Anis Amri, il terrorista tunisino ritenuto l'autore della strage di Berlino e morto nel Milanese, durante un conflitto a fuoco con la polizia, non aveva in tasca un centinaio di euro, come si è appreso sulle prime, ma oltre 1000. Contanti che, al vaglio dell'antiterrorismo, avrebbero generato un'importante pista investigativa. I soldi, tutti in tagli da 50 e 20 euro, si presume infatti siano stati prelevati da uno sportello Bancomat, da lui o da qualcuno per lui. Gli investigatori si sono attivati per risalire all'identificazione del luogo di emissione. La Zecca di Stato, infatti, quando stampa i soldi cartacei li fa circolare in 'pacchetti' di cui registra i numeri seriali. Dai numeri, quindi, attraverso un laborioso lavoro di archivio si potrebbe arrivare anche all' istituto che ha ricevuto quel pacchetto, e da lì alla filiale e, con un po' di fortuna, se non a chi ha prelevato, al giorno del ritiro. E magari allo sportello. Che in genere sono vigilati da impianti di videosorveglianza a circuito chiuso.
   

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