"Ho condiviso quei post su Facebook solo per curiosità, se avessi saputo che sarei andato incontro a conseguenze così gravi non lo avrei fatto". Si è difeso così in aula, rendendo dichiarazioni spontanee, Omar Nmiki, 35enne tunisino arrestato nel marzo 2017 e a processo davanti alla Corte d'Assise di Milano per avere pubblicato sul social network una decina di video con contenuti riferiti all'Isis. L'uomo, che lavorava saltuariamente come operaio edile a Sesto San Giovanni (Milano), è accusato di apologia e istigazione al terrorismo.
Era finito in cella insieme ad altre quattro persone (che hanno scelto di essere giudicate con rito abbreviato a Perugia, dove è scattata l'inchiesta) nell'ambito dell'operazione 'Da'Wa', condotta dalla polizia postale e coordinata dalla Dda del capoluogo umbro. Secondo quanto ricostruito da inquirenti e investigatori, i cinque avrebbero condiviso video e immagini di combattimenti e di esecuzioni, di miliziani in preghiera o con il volto coperto da un cappuccio nero.
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