Il progetto di una nuova metropolitana in una grande città non è solo l'occasione per garantire una sempre migliore mobilità ai cittadini ma può rappresentare anche un viaggio nel passato grazie alla salvaguardia dei reperti che gli scavi restituiscono. Come nel caso della Linea 4, a Milano, dove si è giunti oggi a inaugurare una mostra sui manufatti archeologici trovati duranti i lavori di cantiere.
L'esposizione, che sarà visitabile al Civico Museo archeologico dal 20 giugno al 23 settembre, si intitola "Viaggio nel tempo con M4. "Le nuove scoperte archeologiche lungo la linea Blu", e racchiude una preziosa testimonianza della Milano che fu, da quella romana ai bombardamenti angloamericani della II Guerra Mondiale. In particolare la 'M4', nel tratto compreso tra le stazioni di S.Babila e S.Ambrogio, tocca alcuni luoghi di grande importanza per la memoria storica del capoluogo lombardo: la linea corre infatti nella periferia di quella 'Mediolanum' che è stata capitale imperiale, imbattendosi nelle mura di cinta, nelle grandi strade extraurbane, nelle basiliche paleocristiane e nelle aree cimiteriali.
Ed è stato proprio in una di queste, in corso Europa, che è stato trovato forse il reperto più emozionante, le ossa di una bambina (o di un bambino) di circa due anni vissuto tra il II e il III sec. d.C. che riposavano a pochi metri di profondità sotto il marciapiede, in una necropoli (dove è stato trovato anche un secondo bambino). Ma ha suscitato sorpresa anche la colonna segreta nascosta all'interno della colonna del Redentore in largo Augusto, in quello che era il 'Verziere' (mercato ortofrutticolo) della città. E ancora la Pusterla dei Fabbri, in piazza Resistenza partigiana, un muro che apparteneva al sistema difensivo dell'età medioevale nel ponte dell'antico Naviglio di S.Girolamo.
"L'Archeologia è una straordinaria testimonianza della storia di chi ci ha preceduto nel cambiamento della città" e in vista della progettazione del suo futuro - hanno detto l'assessore alla Cultura, Filippo Del Corno e quello alla Mobilità, Marco Granelli - è importante realizzare un rapporto virtuoso, e non conflittuale, tra edilizia e cultura" grazie al coordinamento della Soprintendenza. "E' progredita molto anche la tecnica di esecuzione dei tunnel - ha spiegato Antonella Ranaldi, soprintendente all'Archeologia e alle Belle arti di Milano - dato che oggi le talpe meccaniche scavano a 20 e anche 30 metri sotto il piano stradale e non intercettano quindi la quota archeologica. Più complesso, invece, è il lavoro nelle aree delle stazioni della metro, dove si deve scavare dall'alto e dove il 'rischio archeologico' e più alto. Bisogna saper coniugare i due interessi pubblici della mobilità e della conoscenza, cercando di fare sistema".
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