Non era un dipendente subordinato e
l'azienda non aveva alcun obbligo di riconoscere il rapporto di
lavoro a tempo indeterminato. Lo ha stabilito oggi il giudice
del lavoro di Milano Giulia Dossi che ha rigettato il ricorso
dell'ex rider Mohamed Elazab, assistito dagli avvocati Tommaso
Dilonardo e Michela Mantarro, che chiedeva di essere
riconosciuto come "lavoratore subordinato a tempo indeterminato"
da Foodinho, di proprietà della spagnola 'Glovo', specializzata
nelle consegne a domicilio. Era la prima causa milanese di
questo genere.
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