E' stato condannato a 15 anni di carcere, uno più di quanto avesse chiesto il pm Camilla Repetto, Nicola Alfano, visagista ultraquarantenne a processo con rito abbreviato con l'accusa di avere ucciso il patrigno Bruno Lazzerotti, simulando un incidente in una roggia nel Pavese, dopo una lite per l'eredità.
Lazzerotti, 79 anni, vedovo negli ultimi tempi aveva iniziato
ad uscire con una donna.
E secondo l'accusa la paura di perdere
l'eredità da circa cinque milioni di euro (un milione in titoli,
tre case centralissime a Milano e una a Finale Ligure) è il
motivo per cui Alfano, che era legato da una lunga amicizia con
il pensionato e ne era erede, lo avrebbe affogato in una roggia
nel Pavese, in località Cascina Flamberta. Poi ha spinto la
propria auto nel canale e chiesto aiuto fingendo di avere avuto
un incidente costato la vita all'anziano.
Il gip di Pavia Luigi Riganti ha disposto oltre alla condanna
a 15 anni anche l'indegnità a succedere a Lazzerotti. Sarà
stabilito in sede civile il risarcimento ai cinque cugini e alla
nipote dell'uomo che si erano costituiti parte civile.
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