Beni per 52 milioni di euro, tra
640 conti correnti, 62 appartamenti e 25 auto sono stati posti
sotto sequestro preventivo in una operazione condotta dalla
Guardia di Finanza di Varese in esecuzione di un decreto
disposto dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della
locale Procura. Le persone indagate sono 65.
L'indagine ha permesso di scoprire una associazione per
delinquere che operava attraverso l'emissione di fatture per
operazioni inesistenti da parte di numerosi prestanome, società
cartiere, con il concorso di numerosi professionisti
compiacenti, finalizzato alla creazione di fittizi crediti Iva,
quantificati in circa 52 milioni di euro, utilizzati per poi
effettuare indebite compensazioni tributarie, sottraendo
all'Erario le imposte dovute.
Il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Napoli
ha interessato 39 persone fisiche e 30 società. Gli indagati di
numerosi reati tributari, da quante emerso, erano in grado di
falsificare documenti di qualsiasi genere: dichiarazioni
fiscali, fatture, timbri e sigilli di Stato, brevetti, perizie
giurate, asseverazioni, il tutto per creare la documentazione
necessaria a far apparire, fittiziamente, la veridicità degli
ingenti crediti Iva commercializzati e così alimentare il
mercato fraudolento.
Uno dei metodi utilizzati per frodare il fisco, secondo
l'accusa, era la predisposizione di brevetti inesistenti e di
false asseverazioni giurate relative ad acquisti di "beni
ammortizzabili" per diversi milioni di euro formalmente
sostenute per l'acquisto di falsi brevetti. I principali
componeneti dell'associazione si avvalevano di professionisti
compiacenti, commercialisti, revisori contabili, ragionieri,
consulenti del lavoro ed ingegneri.
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