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Ultrà Beretta: 'Il clan Bellocco mi convocò per minacciarmi'

Ultrà Beretta: 'Il clan Bellocco mi convocò per minacciarmi'

'Un incontro a luglio con due emissari della cosca'

MILANO, 03 ottobre 2024, 19:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ormai ex capo ultrà interista Andrea Beretta, in carcere per l'omicidio dell'esponente della 'ndrangheta Antonio Bellocco, che era anche lui nel direttivo della curva, fu "convocato, tra giugno e luglio, a casa di Bellocco" e nei box sotto l'abitazione incontrò "due emissari" del clan 'ndranghetista, che gli avrebbero rivolto "direttamente concrete intimidazioni (sempre correlabili alla gestione del merchandising)". Lo si legge in un'integrazione della richiesta di misura nell'inchiesta sugli ultrà, che riassume dichiarazioni di Beretta, ma anche analisi degli investigatori su quell'incontro, che si sarebbe tenuto il 23 luglio.
    Nell'integrazione, firmata dai pm Storari e Ombra nell'inchiesta di Polizia e Gdf e datata 16 settembre (l'omicidio di Bellocco è del 4 settembre), viene spiegato, come era già emerso, che Beretta, interrogato dopo aver accoltellato a morte l'uomo che con lui e Marco Ferdico guidava il direttivo della Nord, ha rivelato "di essere stato a conoscenza di un 'piano omicidiario'" per farlo fuori.
    Un piano, si legge ancora, "che sarebbe dovuto passare a vie di fatto dopo che lo stesso era stato convocato, tra giugno e luglio, a casa di Bellocco dove, all'interno dei box sottostanti l'abitazione, aveva incontrato due emissari della sua famiglia, di cui uno presentato come un latitante, che gli avevano rivolto direttamente concrete intimidazioni (sempre correlabili alla gestione del merchandising)".
    Proprio per questo, "e solo dopo aver subito tali intimidazioni e più tentativi - sempre secondo la versione di Bellocco - di essere portato in un luogo dove sarebbe poi stato ucciso, si era munito di una pistola, che portava con sé". Pistola che aveva anche il giorno in cui uccise Bellocco, colpendolo, poi, a coltellate dentro la sua macchina fuori da una palestra a Cernusco sul Naviglio.
    Riguardo all'incontro di luglio, i pm scrivono che è documentato dalle immagini, tutte riportate nell'atto, "presso l'abitazione di Bellocco", a Pioltello, nel Milanese. Negli atti viene riportata la presenza, ricostruita dall'analisi delle immagini di telecamere esterne all'abitazione, di Antonio Bellocco, Daniele D'Alessandro, Salvatore Paolillo e Domenico Sità, oltre che di Beretta.
    Paolillo, scrivono i pm, "è persona di fiducia" di Giuseppe Fabrizio, "suocero" di Antonio Bellocco. Mentre Sità "è stato controllato diverse volte in compagnia di Berto Bellocco", fratello di Antonio.
   

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