Pierfrancesco Barletta era "sempre circondato da uomini dei Servizi Segreti", il "suo ufficio" era "sempre pieno di questa gente qua", lo "andavano a trovare parecchie volte agenti dei Servizi Segreti".
Sono parole messe a
verbale, lo scorso 11 dicembre, da Carmine Gallo, l'ex
superpoliziotto morto il 9 marzo, che ha parlato, tra le tante
cose, anche di Barletta, ex componente del cda di Leonardo,
anche lui indagato nell'inchiesta su Equalize, società di cui
all'inizio era stato socio di minoranza.
"Ma perché aveva un ufficio da voi Barletta?", ha chiesto il
pm Francesco De Tommasi.
Gallo: "Lui lavorava in Leonardo (...)
voleva un ufficio lì (...) Ha parlato con Enrico, Pazzali e
Enrico ha detto 'Fallo mettere là'". Al pm che gli ha chiesto se
Barletta frequentasse persone "della Lega", sempre Gallo ha
risposto che "frequentava solo quelli del Pd (...) In ufficio
venivano solo quelli del Pd (...) credo che venisse Maiorino,
credo che venisse in ufficio qualcuno dei consiglieri (...)
comunali di Milano".
Gallo ha parlato anche degli israeliani, presunti uomini
legati all'intelligence che frequentavano la sede di Equalize,
dicendo, in sostanza, di non saperne molto e che glieli aveva
solo presentati l'hacker Nunzio Samuele Calamucci, ancora ai
domiciliari. "Pazzali che sapeva tutto (...) non è che mi ha
chiesto 'Ma chi erano gli israeliani?' - ha detto Gallo - non mi
ha chiesto nulla". E ancora: "I Servizi Segreti venivano, almeno
quei tre che venivano parlavano con Barletta, da me qualcuno è
venuto".
Barletta, lo scorso 28 ottobre, dopo che erano emersi atti
dell'indagine, ha deciso di autosospendersi dalla carica di
vicepresidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti
milanesi.
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