Un momento di follia o un malessere che lo stava divorando da tempo? Questo il nodo da sciogliere per comprendere l'omicidio della piccola Alessia, uccisa con 5 coltellate dal padre Luca Giustini, ferroviere di 34 anni, tuttora ricoverato in stato catatonico nel reparto Psichiatria dell'ospedale di Torrette ad Ancona, dov'è agli arresti per omicidio volontario aggravato. E' la madre di lui, Brunella Michelini, a fornire un possibile movente: "Luca stava male da tempo, era depresso e piangeva. Ieri mattina è venuto da me, abbiamo pregato insieme. Ero come se mi stesse dicendo addio".
La donna si è spaventata e gli ha suggerito di farsi vedere da un medico: "temevo che pensasse al suicidio, mai avrei immaginato quello che poi è successo". All'origine di questa situazione di malessere potrebbero esserci dissapori familiari, che il 34enne avrebbe confidato anche a un amico. Questi, racconta ancora la madre "aveva provato a risollevarlo, ricordandogli che aveva una bella famiglia, un lavoro. 'Mi manca l'amore' aveva risposto lui, spiegando che non ce la faceva più a stare a casa. L'amico ha suggerito la separazione, 'non posso' era stata la replica". Forse è anche di questa situazione che la moglie di Luca, Sara Bedini, un'infermiera di 32 anni, minuta e con il volto da ragazzina, ha parlato con il pm Andrea Laurino in una testimonianza che è stata secretata.
Ma per tutti Luca e' "un bravo ragazzo" dalla vita senza ombre, vittima di un raptus. E' il ritratto che ne fanno i residenti del quartiere periferico di Collemarino ad Ancona, un agglomerato urbano di circa 7.500 abitanti dove tutti si conoscono, a volte da generazioni. Nel bar centrale "Ragno d'oro" non hanno voglia di commentare: "sono clienti, mai un problema, è stato come un fulmine a ciel sereno". "E' una di quelle storie che ti fanno dire 'se è successo a lui può succedere a tutti'" si lascia sfuggire qualcuno. Un dramma, insomma, all'apparenza inspiegabile: il giovane ferroviere, "un lavoratore irreprensibile" secondo Trenitalia, non era in cura, né c'erano mai stati episodi di violenza precedenti. Eppure - sottolinea lo psichiatra e criminologo Francesco Bruno - "una crisi psichiatrica non emerge all'improvviso". Intanto Luca continua a restare chiuso nel suo mutismo, in stato confusionale: impossibile interrogarlo. Domani il suo legale Nicoletta Pelinga andrà a trovarlo per tentare di parlargli. Ma la richiesta di una perizia psichiatrica sembra ormai un passaggio obbligato, mentre dovrebbe essere regolarmente celebrata nel giro di qualche giorno l'udienza di convalida della misura cautelare. Dopo i vari accertamenti di polizia scientifica nell'appartamento di via Patrizi 1 a Collemarino e proseguiti oggi, i carabinieri hanno sequestrato uno zaino nell'auto del giovane padre, contenente un bloc notes di lavoro e due quaderni di appunti personali. Forse pensieri e riflessioni che potrebbero fare luce sul suo stato mentale in questo ultimo periodo. Suggestivo, al riguardo, il fatto che tra i 'mi piace' del suo profilo Facebook vi siano un personaggio esperto in 'psicografia', la scrittura sotto la guida di uno spirito, e un 'ricercatore' che registra voci paranormali su un apparecchio. Una casualità? Uno scherzo? Oppure Luca stava combattendo con i 'suoi' fantasmi? Intanto, tutta la piccola comunità è sotto choc, compreso il parroco, don Claudio Merli, che invita a "non giudicare".
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