(di Simona Marini)
Depressione post parto, la chiamano. Stando alle statistiche, colpisce una donna su 10. A Jesi, alle 2:30 della scorsa notte, ha spinto una giovane mamma di 36 anni di Cupramontana a lanciarsi dal quinto piano dell'ospedale, quattro giorni dopo aver dato alla luce il primo figlio. Un bimbo sano, al quale aveva dedicato il post "Amor che bello darti al mondo" sul suo profilo Facebook, una citazione dalla canzone di Gianna Nannini "Ogni Tanto". La donna ha atteso che calasse il silenzio sul reparto di Ginecologia e Maternità, e, eludendo la sorveglianza dei sanitari e della madre, che si era addormentata al suo fianco, ha lasciato la stanza, ha fatto due piani di scale, ha aperto una finestra e si è gettata di sotto, nel cortile interno del nosocomio, con un volo di dieci metri. I soccorritori l'hanno trovata agonizzante a pochi passi dall'ingresso del pronto soccorso, e non hanno potuto far niente per salvarla.
Il bambino dormiva in un altro reparto, in Pediatria. Sta bene ma non conoscerà la mamma, che tanto l'aveva desiderato. Trentasei anni, alta, bella, un rapporto definito solido con il compagno di una vita, coronato un anno fa dal matrimonio, un lavoro gratificante, anche se a termine, come web marketing presso una grande azienda di Jesi, il Gruppo Pieralisi, e nessun problema economico. Questa, dall'esterno, era la vita 'serena' della giovane donna. L'estate scorsa era stata in vacanza tra Ionio e Adriatico, il "pancione" fotografato e postato sempre su Fb. Una figura esile, con una cascata di capelli ricci e biondi, ''generosa, forte e determinata, dolcissima'': cosi' la descrivono amici e familiari a Cupramontana, il paese in cui viveva con il marito bancario, nella stessa palazzina dei genitori. Eppure i sintomi del suo disagio interiore erano già emersi: uno sguardo triste, qualche parola buttata là, o forse il ricordo della sofferenza psicologica sperimentata durante un periodo di disoccupazione avevano convinto i sanitari ad attivare i protocolli con i quali vengono gestiti i casi di depressione post partum, fin dal giorno prima che mettesse al mondo il suo piccolo. Visite, controlli, una figura amorevole sempre al suo fianco: non è bastato, la depressione ha vinto su tutto. Distrutti i familiari, gli amici si interrogano su cosa di più e di meglio si sarebbe potuto fare per evitare il dramma.
''Esterrefatto'' si è detto il datore di lavoro, l'imprenditore Gennaro Pieralisi, che ha espresso ''il dispiacere più profondo, e grande vicinanza alla alla famiglia e al marito''. Sconvolti gli abitanti di Cupramontana, la famiglia è molto nota e stimata. ''E' uno strazio troppo forte, non riusciamo a capire le motivazioni di un gesto così sconvolgente'' commenta il sindaco Luigi Cerioni. ''Che io sappia non c'erano segnali che potessero lasciar intuire quello che poi è accaduto. Ci stringiamo forte al fianco del marito e del bambino''.
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