Donne sfruttate come braccianti agricole con una paga di 25 euro per 10-12 ore di lavoro a Huelva in Andalusia come a Vittoria in Sicilia e nel Foggiano; raccoglitori di frutta che nel meridione italiano guadagnano 3,5 euro l'ora con ritmi di lavoro standardizzati imposti dalla grande distribuzione. E' il desolante quadro di abusi raccontato ad Ancona dalla giornalista Stefania Prandi, autrice del libro 'Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo', con il sindacalista dell'Unione sindacale di base (Usb) Aboubakar Soumahoro all'incontro 'Il diritto al lavoro e alla dignità' promosso dal Garante per i diritti delle Marche, avv. Andrea Nobili, nell'ambito del Festival Adriatico Mediterraneo. "Occorre ripartire dai diritti fondamentali di tutti e non solo delle minoranze - ha esortato Nobili - e chiamare le cose con il loro nome: sfruttamento e schiavitù, che denunciano un momento di arretramento addirittura precedente allo Statuto dei lavoratori".
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