Spezza il fronte del silenzio un altro dei giovani arrestati per la strage di Corinaldo (Ancona) tra il 7 e 8 dicembre scorso, costata la vita a cinque giovani e a una madre. È Moez Akari che, come fatto ieri dal compagno della sua 'batteria' Andrea Cavallari, si è avvalso della facoltà di non rispondere per tutti i capi di imputazione tranne per quelli legati alla tragedia della Lanterna Azzurra, dai quali ha preso le distanze.
"Ha ribadito l'assoluta estraneità alla vicenda di Corinaldo - spiega il suo avvocato Gianluca Scalera all'uscita del carcere Sant'Anna di Modena - Era lì, ma non c'entra niente con il discorso dello spray. Non ha avuto alcun tipo di contatto con gli altri, alcuni dei quali nemmeno conosceva". A parte due degli indagati, ieri Cavallari e oggi Akari, il resto della 'banda' dello spray si avvale compatta della facoltà di non rispondere davanti al gip in carcere a Modena. Stessa linea per il titolare del compro oro Andrea Balugani, indagato come presunto ricettatore.
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