Confermata in appello ad Ancona la
condanna inflitta in primo grado, 16 anni e 8 mesi, per omicidio
volontario e lesioni gravissime a Claudio Pinti,
l'autotrasportatore 39enne affetto da Hiv che ha infettato due
sue partner, la compagna, poi morta per complicanze legate
all'Aids, e l'ex fidanzata, che nel 2018, accorgendosi di essere
diventata sieropositiva, lo aveva denunciato alla polizia. Il
suo legale ha chiesto di concedergli i domiciliari, in modo che
possa curarsi. L'uomo, che sino all'arresto, aveva espresso
posizioni negazioniste sull'Aids, ora si sta sottoponendo invece
alle terapie. In aula ha reso dichiarazioni spontanee,
chiedendo scusa alla ex fidanzata. "Io alle sue scuse non ci
credo - il commento della donna con i giornalisti -, lo conosco.
Si è girato un attimo verso di me... ma la verità è che si
possono dire tante cose, con le sue scuse non ci faccio niente.
Sono stanca, sto tremando. Voglio solo che abbia una pena giusta
e che rimanga in carcere".
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