Il 28 febbraio le difficoltà
respiratorie, la febbre e poi la conferma di essere positivo al
coronavirus, il primo ad Ancona; dopo 22 giorni di ricovero in
vari reparti degli ospedali di Torrette di Ancona e Chiaravalle,
il ritorno a casa. Paolino Giampaoli, 45 anni, giornalista
sportivo con l'Ancona nel cuore, racconta in un lungo post su
Facebook la fine di un incubo e la vittoria più bella: battere
il coronavirus grazie agli "angeli della corsia", medici,
infermieri, Oss, vicini per assisterlo e confortarlo, operatori
di Croce Gialla e Croce Rossa e amici. "Grazie a Dio, ai medici
e al personale sanitario, - scrive - anche stavolta sono qui a
raccontarla". Con il secondo tampone negativo Paolino ha
'chiuso' con il virus che però nel frattempo ha ucciso la zia
79enne: "Finalmente sono a casa con mio zio a stringere i denti
e andare avanti in questo mondo difficile che mi ha tolto anche
zia. Ora devo pensare a lui e riprendere dopo 22 giorni di
ricovero la mia 'normalità' quotidiana".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA