Macerie, solitudine e
strade vuote. La Pasquetta in tempo di coronavirus tra Visso e
Castelsantangelo sul Nera è di una "tristezza infinita", per
dirla con le parole dei pochi abitanti trovati fuori dalle Sae.
La strada è deserta, gli unici mezzi che si incrociano sono
quelli dei carabinieri e dell'Esercito. Un bambino fa avanti e
indietro in bicicletta davanti alla casetta, sotto gli occhi
attenti del padre che lo richiama come supera i 50 metri
dall'alloggio. Un pensionato sistema i fiori dell'aiuola.
Adriana è una residente del villaggio Sae a ridosso di Villa
Sant'Antonio di Visso e, con mascherina indossata, fa il giro
delle casette: "Questa è la mia Pasquetta". Nelle Marche i
generi alimentari oggi hanno avuto la possibilità di restare
aperti, "ma avremmo fatto meglio a restarcene a casa, non c'è
nessuno", raccontano i pochi commercianti. Il tema ricostruzione
sembra finito in secondo piano. "Intanto pensiamo alla salute,
ora con questa emergenza figuriamoci che si ricorderanno di
noi".
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