Una spaccatura nel gruppo regionale di M5s e scricchiolii nella maggioranza di centrosinistra per la cosiddetta 'legge taglia terzi', che stabilisce l'incandidabilità degli aspiranti governatori battuti alle regionali, sbarrando loro l'ingresso in Consiglio regionale, ad eccezione del miglior perdente. Una norma contestata davanti alla sede della Regione Marche da varie forze politiche con cartelli e striscioni. Sullo sfondo il fallito tentativo di creare una coalizione tra centrosinistra e M5s, voluta da una parte dei consiglieri regionali pentastellati, ma bloccata dai livelli nazionali del movimento. In aula il capogruppo Maggi ha citato Mattarella e ha detto "no alla poltrona garantita".
Giorgini ha fatto presente che, con la legge, se il candidato M5s Mercrelli arriva terzo non diventa consigliere regionale.
Maggioranza in difficoltà con vari esponenti che hanno annunciato voto contrario tra cui Busilacchi (Art. 1) e il presidente Mastrovincenzo. Poi la legge è passata, ma l'incandidibilità entrerà in vigore nella prossima legislatura.
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