"Macerata non era nei miei
programmi, era una sede che non avevo mai preso in
considerazione, ma dal momento in cui vi ho messo piede, la mia
vita è cambiata, dal punto di vista professionale, in meglio!".
Così il questore Antonio Pignataro, nel messaggio di saluto alla
città, che lascia a fine novembre. Pignataro era arrivato a
Macerata nel febbraio 2018, pochi giorni dopo il brutale
omicidio di Pamela Mastropietro e il raid razzista a colpi di
pistola ai migranti di Luca Traini. Un anno fa aveva la
possibilità di andare altrove, "ho preferito rimanere qui per
continuare la mia opera mirata alla tutela delle giovani
generazioni, penso di aver ottenuto i massimi risultati
conseguibili e sono certo che chi verrà dopo di me sarà in grado
di consolidarli e incrementarli". Le sue priorità sono state "il
benessere sociale e la riaffermazione della legalità in una
città profondamente ferita da gravissimi fatti di sangue e dallo
spaccio di droga". Noto per la sua battaglia contro la cannabis
light, ha avuto anche critiche, ma "molti di più sono stati gli
attestati di stima e riconoscenza". Il questore parla di
"orgoglio e gratitudine" per l'affetto ricevuto: "ho sentito una
città stringersi intorno a me, ripagando l'impegno che le ho
dedicato. E' questo il dono più grande che porterò con me".
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