La telemedicina entra nelle
case di riposo, a cominciare dalla Residenza per anziani
"Collegio Pergolesi" di Jesi, a beneficio dei suoi 70 ospiti e
dei 9 medici che li seguono. Il progetto del Rotary Club di
Jesi, primo in Italia a coinvolgere medici di famiglia, Rsa e
pazienti, è partito dalle criticità emerse con la pandemia, ma
ha come obiettivo finale l'assistenza dei pazienti con patologie
croniche. Ideato dal presidente del Rotary Club di Jesi, il
cardiochirurgo pediatrico Marco Pozzi, il progetto di
telemedicina è coordinato dal dott. Guglielmo Cherubini. "Il
sistema di controllo e monitoraggio dei pazienti a distanza sarà
- hanno spiegato gli organizzatori oggi in conferenza stampa -
un valido strumento per garantire continuità medica
assistenziale, ed inoltre un supporto per garantire il benessere
psicologico del paziente, soprattutto in questo periodo di
epidemia". Destinata ai pazienti trattati a domicilio o in
strutture private o pubbliche protette, con la telemedicina il
medico può collegarsi a distanza e effettuare piccoli controlli
(temperatura, saturazione), quindi inserisce i dati in un
apposito programma; in caso di peggioramento, il sistema avverte
se e quando far trasferire il paziente a rischio in strutture
ospedaliere. "Mi sto dedicando alla telemedicina da 6-7 anni,
all'ospedale regionale di Torrette e in due ospedali abruzzesi -
ha dichiarato il cardiochirurgo Marco Pozzi -. Alla prima ondata
Covid mi è parso chiaro che la telemedicina potesse diventare
un'arma efficacissima per i medici di famiglia, che sono in
prima linea e spesso sono 'trascurati' quando si tratta di
fornire strumenti per gestire questa pandemia". Al progetto del
Rotary jesino hanno aderito circa 10 medici di famiglia, 80 alla
proposta del Rotary di distretto nelle regioni Umbria, Molise,
Abruzzo e Marche.
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