Clienti "nuovi" senza profili adeguati per ottenere finanziamenti bancari, che potrebbero indicare la presenza di consorterie criminali che si stanno radicando; ma anche "vecchi" clienti, che dietro la formale rappresentazione societaria potrebbero nascondere mutamenti del capitale sociale, con l'ingresso di soci portatori di beni di provenienza criminosa o appartenenti a associazioni della criminalità organizzata. Il fronte finanziario come importante 'sentinella' per smascherare eventuali tentativi di infiltrazione della criminalità nelle Marche: ne ha parlato il procuratore generale della Corte d'appello di Ancona Sergio Sottani durante la cerimonia di apertura dell'Anno giudiziario nelle Marche.
Il magistrato ha reiterato l'appello agli istituti bancari, in una strategia che vede insieme anche prefetture e organismi di categoria, perché prestino particolare cura all'erogazione dei finanziamenti per valutarne la "rischiosità" nel rispetto degli obblighi di segnalazione delle operazioni sospette.
Rilevante, ha riferito, "si è rivelato il contributo della Camera di Commercio e dell'Agenzie delle Entrate nell'opera di sensibilizzazione, per acquisire informazioni sui cambiamenti degli assetti societari, così come di pronta raccolta delle segnalazioni dei 'professionisti' (avvocati, notai e commercialisti) sui quali anche grava l'obbligo di effettuare le segnalazioni di operazioni sospette.
Nell'ultimo anno, riferisce Sottani, "non vengono segnalati fenomeni di insediamento e radicamento sul territorio di consorterie genericamente classificabili come mafiose".
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