Si è svolta stamane al Molo Santa Maria del porto di Ancona la celebrazione del Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ed il rappresentante dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Franco Rismondo hanno deposto una corona di alloro alla lapide posta nel 1965, a 20 anni dall'arrivo al porto di Ancona dei profughi da Zara. Sempre nello scalo dorico ci fu l'attracco del piroscafo "Toscana", pieno di esuli provenienti dall'Istria, da Fiume e da Pola. Una storia, quella dell'esodo, di sofferenza e crudeltà, collegate alle migliaia di persone che vennero gettate nelle cavità carsiche, le foibe, dai partigiani comunisti di Tito. Oggi ci sono stati gli interventi di Rismondo, dell'assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini, che ha sottolineato la necessità di far conoscere questa tragedia soprattutto alle giovani generazioni nelle scuole, e dello stesso Acquaroli, che ha riaffermato il "dovere di rendere vivente la memoria delle vittime delle foibe e dei 350mila italiani che dovettero lasciare, per scampare all'eccidio, le coste di Istria e Dalmazia e città italianissime come Pola, Fiume, Sebenico, Spalato e Zara e fuggire in Italia, subendo purtroppo ulteriori incomprensioni, umiliazioni e vessazioni".
Toccante, infine lettura di un brano di Lucia Bellaspiga, giornalista dell'Avvenire e scrittrice di fama, figlia di profughi di Pola, da parte di Luca Violini, voce narrante.
Presnti le autorità civili e militari, ta cui i comandante del porto di Ancona Enrico Moretti, il vice comandante della Polizia Portuale Stefano Santiloni, il presidente dell'Autorità di Sistema portuale Rodolfo Giampieri, l'assessore regionale al Bilancio Guido Castelli, i consiglieri regionali Carlo Ciccioli, Mirko Bilò, Elena Leonardi, Nicola Baiocchi, Marco Ausili e il rappresentante degli esuli istriani Emanuele Piloni.
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