"E' una situazione di
profonda delusione e rabbia. La comunicazione all'ultimo minuto
di non poter riaprire gli impianti sciistici è stata l'ennesima
mancanza di rispetto verso il nostro mondo e il nostro lavoro".
E' quanto dice all'ANSA Francesco Cangiotti, direttore della
stazione di Bolognola, in provincia di Macerata, che oggi
avrebbe dovuto riaprire al pubblico le proprie piste, ma che
invece si ritrova, come tutti gli impianti italiani, a restare
ancora chiusa per l'emergenza covid. "Ma non si capisce il
perché - aggiunge Cangiotti -. Senza entrare nel merito della
decisione del Comitato Tecnico Scientifico, quello che non
accettiamo è la non coerenza delle decisioni. A livello di
diffusione dei contagi in sette giorni non è cambiato nulla,
allora perché comunicarci la possibilità di riaprire e dopo una
settimana toglierci la possibilità di tornare a lavorare?", si
chiede il direttore. Che evidenzia il danno economico causato da
questa decisione: "Riaprire gli impianti sciistici non è girare
una semplice chiave e tutto riparte - sottolinea -. Noi abbiamo
dovuto affrontare delle spese, come ad esempio acquistare dei
software per la vendita on line degli ski pass, ma abbiamo anche
provveduto all'innevamento e adeguato le strutture alle misure
anti coronavirus". "Abbiamo speso almeno 50mila euro, una cifra
che va aggravare la già difficile situazione economica a cui
dobbiamo far fronte", sottolinea il direttore. "Danno economico
causato anche all'indotto che gira attorno agli impianti - dice
ancora Cangiotti -. Si dice no allo sci, che è uno sport
individuale e all'aria aperta e poi si permette, tanto per fare
un esempio, ai centri commerciali di restare aperti, si fa molta
fatica ad accettare certe decisioni".
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