Aggressioni verbali ma anche fisiche nei confronti della convivente, che si sono intensificate durante i periodo di 'lockdown' per l'emergenza Covid-19: nell'ultimo caso, il 7 febbraio scorso, la donna sarebbe stata picchiata e violentata. Fatti accaduti ad Ancona dal 2019, inizio della convivenza tra i due, che hanno indotto la vittima, per almeno tre volte costretta a ricorrere alle cure del Pronto soccorso, a rivolgersi alla polizia. Nei confronti dell'uomo, 33 anni, gli agenti della sez. reati contro la persona della Squadra Mobile di Ancona diretta dal vice Questore Carlo Pinto, hanno eseguito un'ordinanza del gip che ne dispone l'allontanamento dall'abitazione di famiglia, il divieto di avvicinarsi alla convivente, ai luoghi da lei frequentati e, in particolare, al luogo di lavoro, l'abitazione dei genitori di questa, e di comunicare con lei con qualsiasi mezzo.
Per il destinatario della misura, il gip ha valutato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate continuate e violenza sessuale. Ad aggravare le tensioni nella coppia e le aggressioni da parte del convivente, dovute anche a motivi di gelosia, secondo quanto accertato dai poliziotti, ci sarebbero stato vari fattori: dalla mancanza di un lavoro dell'indagato e alle frustrazioni economiche che ne scaturivano, all'assunzione smodata di alcol da parte sua. Le pulsioni di aggressività si sarebbero manifestate sin dell'inizio della convivenza: l'uomo sarebbe arrivato a 'sequestrare' il cellulare alla convivente, a controllare messaggi e comunicazioni, rivolgendole anche ripetute offese e frasi volgari. Il 33enne si sarebbe anche sfogato contro oggetti e suppellettili dell'abitazione oltreché sulla donna con violenze fisiche documentate dal Pronto Soccorso a cui si era rivolta per ferite di vario tipo (lesioni a un dente, tumefazioni alle braccia, al volto ecc.)
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