Striscioni, fumogeni, volantini oggi davanti allo stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno "per dire che la ricerca scientifica deve essere pubblica, che l'accesso al vaccino Sars-CoV2 deve essere libero e gratuito, che la proprietà intellettuale va immediatamente sospesa, che i brevetti vanno espropriati, resi pubblici e utilizzati per la produzione di vaccini su larga scala, che il know-how e le innovazioni tecnologiche e scientifiche vanno condivise".
Un'iniziativa simbolica (nel sito di Ascoli si producono altri tipi di farmaci, tra cui il Viagra) messa in campo dall'Ambasciata dei Diritti e dai Centri sociali delle Marche.
"Il vaccino oggi è un terreno di scontro politico. Chi ne detiene la proprietà esercita un'influenza diretta sulla complessità della produzione economica e della riproduzione sociale. Vaccinarsi vuol dire tutelare la propria salute, recuperare la propria libertà e riprendere la propria attività lavorativa. Vale come individuo, vale come specie e vale come gruppo sociale" spiegano gli organizzatori che sollecitano una campagna vaccinale rapida, efficace e sicura. Non è in ballo solo la salute individuale, ma il nostro con/vivere sociale".
Per questo "è inaccettabile che i giganti del farmaco come Pfizer-Biontech, Moderna o AstraZeneca facciano profitti su quello che oggi si può tranquillamente definire un bene primario. E' ancora più grave che mentre si rallenta drasticamente la campagna vaccinale per presunti problemi produttivi, inizino ad emergere filiere di mercato parallele con la conseguenza non solo di un maggior lucro, ma anche dell'aumento del prezzo d'acquisto degli stessi vaccini".
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