"Io credo che l'affronto maggiore
alla memoria di Carlo Urbani lo facciano oggi i sanitari che non
si vaccinano, che rifiutano la vaccinazione senza motivo".
Lo ha detto il virologo Roberto Burioni, intervenuto da
remoto a una seduta straordinaria del Consiglio regionale delle
Marche, riunito in modalità telematica per commemorare il medico
di Castelplanio, che individuò la Sars come nuova patologia e
morì dopo esserne stato contagiato 18 anni fa, il 29 marzo 2003,
e per celebrare la prima Giornata dei Camici bianchi, istituita
lo scorso agosto con legge regionale. Burioni ha ricordato le
similitudini tra l'epidemia di Sars che Urbani riuscì a
scongiurare e la pandemia attuale da Sars Cov 2 , insistendo
sull'importanza del vaccino anticovid "un miracolo della
scienza, un miracolo laico, ottenuto in appena 11 mesi".
"La differenza tra oggi e un anno fa - ha osservato tra
l'altro - è che un anno fa non vedevamo l'uscita dal tunnel,
mentre oggi abbiamo vari vaccini e sono tutti efficaci,
AstraZeneca ha un'efficacia al 100% nella riduzione delle
ospedalizzazioni. Ci sono varianti più contagiose, ma al momento
non abbiamo evidenza che sfuggano ai vaccini più potenti".
"Oggi ricordiamo Urbani, insieme ai tanti medici,
infermieri, operatori sanitari che hanno dato la vita per la
medicina e la scienza in questi mesi di guerra - ha detto ancora
-, in un momento in cui la scienza ci sta offrendo una via
d'uscita. Ora tocca alla politica" ha sottolineato, ammettendo
che "pur essendo un convinto europeista, secondo me l'Europa sui
vaccini ha fatto una catastrofe". "L'arrivo del virus è stata
una fatalità - ha aggiunto - ora è responsabilità dei politici
fare in modo che la vaccinazione avvenga in maniera più veloce
possibile per uscire da questa catastrofe sanitaria ed
economica. E' questo il modo migliore per ricordare Carlo, un
medico che ha dato la vita per la scienza, oggi la scienza salva
la vita a noi".
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