Per il Primo Maggio, Festa del
lavoro, in una situazione sociale ed economica che l'emergenza
sanitaria ha reso ancor più complessa e difficile, il presidente
del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini ricorda "le
tante, troppe ferite aperte nella nostra Regione, tutti quelli
che sono senza lavoro, che equivale a essere senza dignità di
persona. Troppo poco e troppo superficialmente affrontiamo, e
quasi mai con il dovuto coraggio, la questione di dare
un'occupazione stabile a chi la sta cercando - ammonisce -. Non
è un percorso irreversibile quello dell'uscita anzitempo dal
lavoro, degli anni di cassa integrazione. E pensiamo a molti
giovani che neppure hanno entrambe le possibilità". Secondo il
presidente uno dei problemi è quello di essersi abituati al
fatto che "così vanno le cose, per l'economia su scala globale,
le dinamiche economiche, la straordinaria trasformazione dei
luoghi di lavoro, delle modalità produttive, che travolgono
tutti nell'onda di un diverso sistema in cui l'occupazione nei
nostri territori diminuisce sempre di più. Si è dei perdenti .-
sottolinea - se si pensa che non sia possibile fare nulla per
cambiare". Il messaggio di Latini è quello che "dobbiamo osare,
imporre un sistema di lavoro che appartenga alle Marche ed ai
suoi cittadini, con riduzione di sacche di privilegi derivanti
da una politica, e non dai politici, che risulta non essere
autorevole se non è in grado di togliere il gravame burocratico
che ingessa tante iniziative e di tutelare i lavoratori nel loro
status di persona con dignità di essere rispettata quando è al
servizio degli altri. Se non osiamo - insiste -, la
diseguaglianza, che la pandemia ha allargato fra garantiti e
non garantiti, ci porterà a scontri sociali tra chi chiede
giustizia e sopravvivenza e chi non sente la necessità di
condividere con gli altri le sue prerogative". "Osiamo ora come
Regione, come marchigiani e come cittadini . esorta - per
tutelare il lavoro come deve essere inteso nel 2021 e negli anni
a venire. Il nostro pensiero va oggi ai lavoratori, alle loro
vite di sacrifici, alle persone che chiedono lavoro, ai giovani
che desiderano occupazione".
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