Una dipendente del Comune di Macerata, impiegata dell'Ufficio anagrafe, avrebbe intascato illegittimamente circa 50mila euro dal 2016 facendo pagare a cittadini circa 5 euro in più per avere la carta d'identità elettronica: applicava una tariffa 'sbagliata', 25,37 euro (invece di 22,21 euro) previsti per chi ha smarrito la carta d'identità o per un duplicato. Per questi motivi è stata indagata dalla Procura di Macerata: in esecuzione delle indagini avviate ad aprile dopo la segnalazione di un utente sui social, sono scattati ieri la perquisizione dell'ufficio comunale e sequestri preventivi per 45mila euro a carico dell'indagata, una 59enne di Civitanova Marche.
I dettagli delle indagini sono stati forniti in una conferenza stampa al Comando di Polizia Locale di Macerata che ha svolto gli accertamenti coordinato dal pm Enrico Riccioni: verifiche interne erano partite su input dell'assessore alla polizia locale che aveva raccolto la segnalazione di un utente, e l'aveva girata al comandante dei vigili. Secondo l'accusa, la donna indicava accuratamente le somme 'extra' percepite indicandole in agendine e calendari che sono stati sequestrati.
Per appropriarsi più agevolmente delle somme, avrebbe finto con gli utenti un malfunzionamento del pos, inducendoli a pagare in contanti. L'indagata avrebbe applicato la maggiorazione anche ad alcuni agenti in borghese che hanno finto di chiedere il documento durante le indagini. Gli inquirenti hanno anche piazzato telecamere nell'ufficio anagrafe per documentare tutto.
"La mia assistita - ha detto il legale dell'indagata, l'avv.
Alessandro Brandoni - respinge le accuse mosse contro di lei, essendo certa di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole e provvederà a dar prova della sua innocenza nel corso del processo".
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