Assolti anche in secondo grado per
il crac di Banca Marche. I tre membri del collegio sindacale,
Marco Pierluca, di Senigallia, Franco D'Angelo, di Pesaro e il
maceratese Piero Valentini, incassano un'altra sentenza a loro
favore. La Corte di Appello di Ancona oggi pomeriggio ha
rigettato il ricorso della Procura contro l'assoluzione in
primo grado, a novembre 2018, decisa in abbreviato dal gup Carlo
Cimini "perché il fatto non costituisce reato". I tre erano
accusati di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, falso in
prospetto e ostacolo alla vigilanza. La Procura contestava loro
di aver concorso al dissesto di Banca Marche, omettendo i
"necessari poteri di vigilanza", insieme ai 13 ex vertici che
sempre a novembre di tre anni fa sono stati rinviati a giudizio
(il processo per loro, c'è anche l'ex direttore generale di Bdm
Massimo Bianconi, è ancora in corso al collegio del tribunale
ordinario). Cimini allora non ravvisò il dolo nel loro
comportamento, ritenuto in buona fede ed esercitando i poteri di
vigilanza e controllo. In primo grado i pm Andrea Laurino, Marco
Pucilli e Serena Bizzarri avevano chiesto una condanna a 7 anni
e sei mesi. Stessa richiesta ha fatto la Procura generale,
rappresentata da Cristina Polenzani, in appello. Le motivazioni
della seconda assoluzione usciranno tra 90 giorni. I tre sindaci
oggi non erano in aula dove c'era invece il loro difensore,
l'avvocato Salvatore Santagata. "C'è grande soddisfazione - ha
commentato il difensore - soprattutto dal punto di vista umano
perché dopo cinque anni si restituisce dignità ai tre sindaci
che hanno avuto dure ricadute sulla loro professione di
commercialisti. Ricadute che nessuno ripagherà mai.
L'assoluzione li riabilita professionalmente e moralmente. Non
auguro a nessuno di subire un simile accanimento".
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