Filippo Mignini, professore emerito di Storia della Filosofia nell'Università di Macerata, è stato ammesso come socio per la classe delle Scienze Morali, Storiche e Filologiche all'Accademia dei Lincei, una delle istituzioni scientifiche più antiche d'Europa, che dal 1611 contò tra i suoi soci anche Galileo Galilei. La cerimonia di ingresso dei nuovi soci si terrà a Roma il prossimo 11 novembre.
"Una nomina che rende orgoglioso l'intero Ateneo", sottolinea il rettore Francesco Adornato. Filippo Mignini è studioso del pensiero medievale e del pensiero moderno con particolare riferimento a Spinoza, al quale ha dedicato edizioni critiche, traduzioni e saggi per oltre un centinaio di titoli. Direttore del Dipartimento di Filosofia e scienze umane (1989-1994), poi del Dipartimento di Studi Umanistici (2012-2015), è stato membro del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico. Assessore alla Cultura della provincia di Macerata (1995-1999), ha valorizzato e poi studiato personalità di rilievo del territorio. Ha lavorato sul giurista Alberico Gentili, esaminandone i rapporti personali con Giordano Bruno a Londra; e su Romolo Murri, di cui ha compiuto, su mandato della Soprintendenza archivistica delle Marche, la catalogazione informatizzata dell'Archivio, conservato a Gualdo di Macerata.
Da oltre vent'anni studia e promuove la figura e l'opera di padre Matteo Ricci, il gesuita evangelizzatore in Cina, di cui dirige la pubblicazione delle Opere presso Quodlibet. Direttore dell'Istituto Ricci (2001-2011), ha curato diverse grandi mostre sul gesuita maceratese, con relativi cataloghi, tra cui Macerata 2003, Roma e Berlino 2005, Pechino, Shanghai, Nanchino e Macao 2010. L'esposizione di Macao è stata visitata ufficialmente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel 2011 ha curato un'esposizione ricciana al Parlamento europeo di Strasburgo. Profondamente convinto della potenza coinvolgente e chiarificatrice del teatro, ha promosso riduzioni sceniche di opere filosofiche, dallo Spaccio de la bestia trionfante di Bruno al Diogenes cynicus redivivus di Comenio, e curato letture sceniche su Bruno, Ricci, Murri, Spinoza e Lucrezio.
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