Figlia salva la mamma dai
maltrattamenti; una storia di abusi che sarebbe andata avanti se
una 13enne, segnata dall'ultimo fatto violento successo in casa,
non si fosse confidata con una professoressa raccontandole del
padre padrone che offendeva e picchiava in continuazione la
moglie, ritenendola una "stupida che non capisce niente". Grazie
al suo sfogo l'uomo è finito a processo e oggi il giudice del
Tribunale di Ancona, Maria Elena Cola, lo ha condannato a due
anni per maltrattamenti aggravati in famiglia.
Protagonista della vicenda una famiglia italiana della
Vallesina, in provincia di Ancona. I fatti risalgono al
2016-2017. Stando alle accuse l'imputato, un 53enne di
Chiaravalle, meccanico, avrebbe picchiato e offeso la consorte
in varie occasioni, anche sul posto di lavoro dove entrambi
erano impiegati, segnato dal vizio di bere e del gioco alle slot
machine. Tra i vari episodi ce ne sarebbe stato uno che ha
portato la figlia ad uscire allo scoperto a scuola. La mamma,
durante l'ennesima aggressione, sarebbe stata spinta giù dalle
scale dal marito. La 13enne era andata a scuola in lacrime,
trovando poi il conforto di una docente che aveva raccolto le
sue confidenze e informato i carabinieri. Mamma e figlia furono
affidate ai servizi sociali sistemate in una località protetta
fino alla separazione legale dall'uomo. L'imputato, difeso
dall'avvocato Guido Andrea Galvagno, ha rigettato le accuse
parlando solo di difficili rapporti coniugali senza nessuna
violenza. La donna nel processo si è costituita parte civile con
l'avvocato Marta Mereu.
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