Sono Bianca Piacentini per le scene e
Cristiana Attorrese per i costumi le due giovani vincitrici
della prima edizione del "Concorso per scenografi e costumisti"
dedicato allo scenografo Josef Svoboda e aperto a neo diplomati
delle Accademie di Belle Arti di Macerata e Bologna. Il concorso
è stato promosso e realizzato dalla Fondazione Pergolesi
Spontini in collaborazione con le due Accademie, e ha visto
partecipare giovani creativi emersi dal Bienno di
Specializzazione in Scenografia.
Le due ragazze hanno vinto una scrittura artistica
nell'ambito della 54/a Stagione Lirica del Teatro Pergolesi di
Jesi con la possibilità di realizzare il loro progetto per il
dittico "La scuola di Guida" di Nino Rota e "Il segreto di
Susanna" di Ermanno Wolf Ferrari in scena sabato 20 novembre
alle 20:30 e domenica 21 novembre alle 16 (anteprima giovani
giovedì 18 novembre alle 16). Nella nuova produzione jesina,
Gabriele Bonolis dirige il Time Machine Ensemble, la regia è di
Alessio Pizzech, light designer Nevio Cavina. Nel cast de "La
scuola di guida" sono Solodkyy Vasyl e Angela Nisi, per "Il
segreto di Susanna" cantano Salvatore Grigoli e Angela Nisi con
il servo muto interpretato da Salvo Pappalardo.
La prima edizione del Concorso dedicato a Svoboda ha invitato
i neo diplomati in Scenografia a presentare progetti per il
dittico dopo aver approfondito le scelte di fondo della messa in
scena con il cast creativo, il regista Pizzech e Cristian
Carrara direttore artistico della Fondazione. Le due giovani
vincitrici hanno scelto colori tenui per la breve opera di Rota,
e un'esplosione di pop art in technicolor per Wolf-Ferrari. "Il
progetto - spiegano - nasce dall'idea di fondere i due titoli in
un'unica opera. Abbiamo immaginato 'La scuola di guida' come
fosse l'incubo di Gil, protagonista de 'Il segreto di Susanna':
un uomo ossessionato dalla visione in sogno della moglie, che
bacia uno sconosciuto in macchina. Ciò lo porterà a dubitare
della fedeltà di Susanna e a credere che quest'ultima lo
tradisca. Da qui l'idea di ispirarsi a dimensioni oniriche,
tipiche del cinema di Fellini, dove sogno e realtà si
intrecciano in modo complementare".
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