Nell'ambito dell'indagine
"Ultime volontà" del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria su
delega della locale Procura della Repubblica, due avvocati del
Foro di Macerata - un'avvocatessa e un suo collega di studio -
sono indagati per falsificazione di testamento e circonvenzione
di incapace ai danni dell'unico figlio di una ultranovantenne
poi deceduta nell'ottobre del 2020. In base degli elementi
emersi durante le indagini, il gip di Macerata Domenico Potetti,
su richiesta del Procuratore della Repubblica facente funzione,
Claudio Rastrelli e del pm Vincenzo Carusi, ha disposto per i
due legali l'interdizione per un anno dalla professione in
ordine alla cura - in sede giudiziaria e extragiudiziaria -
degli interessi della vittima, e alla cura e gestione di ogni
procedura in materia d'interdizione, inabilitazione,
amministrazione di sostegno. Tutto ciò per la necessità di
evitare la reiterazione del reato.
Disposti anche il divieto di comunicazione e avvicinamento
all'abitazione e alla persona della vittima, mantenendo una
distanza minima, da controllare con applicazione di braccialetti
elettronici. E' stato anche eseguito anche il sequestro
preventivo della somma di circa 1,5 milioni di euro, pari alla
metà dei beni caduti in successione, corrispondenti alla parte
dell'asse ereditario finiti illecitamente nella disponibilità
dell'avvocatessa, grazie a un testamento olografo di cui diverse
perizie calligrafiche hanno attestato l'inequivocabile falsità.
Dalle investigazioni, anche con l'ausilio di intercettazioni
telefoniche ed ambientali, sarebbe emersa l'esistenza di un
testamento apocrifo, sulla base del quale metà del patrimonio
sarebbe spettata di diritto all'avvocatessa, nonché la
circostanza che gli indagati, approfittando della condizione di
debolezza dell'unico figlio, in precarie condizioni fisiche e
mentali, e attraverso una frequentazione assidua e costante,
anche in periodo di pieno lockdown dovuto alla pandemia, lo
avevano indotto a firmare una procura generale a favore di uno
di loro: in tal modo, secondo l'accusa, i due legali avrebbero
potuto agevolmente disporre dell'intero patrimonio, senza
impedimenti.
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