Il sentiero europeo "E1" passerà anche per Arquata del Tronto (Ascoli Piceno), paese praticamente distrutto dal sisma del 2016. Ne ha dato notizia l'associazione Arquata Potest che dopo il sisma del 2016 ha recuperato i sentieri che entrano a far parte ora del sentiero europeo, un itinerario a lunga percorrenza che da Capo Nord (Norvegia) attraversa Svezia, Danimarca, Germania Svizzera e Italia per terminare, dopo circa 7mila km, a Capo Passero, in Sicilia. Il tragitto attraversa Forca di Presta, Pretare, Piedilama, Borgo, Camartina, Pescara del Tronto, Tufo, Capodacqua e Accumoli. L'itinerario che attraversa Arquata del Tronto coincide in buona parte con quello del "Cammino nelle Terre Mutate", una scelta legata sia alla conformazione del territorio che alla volontà di favorirne la manutenzione e di concentrarne la frequentazione.
In questi ultimi anni Arquata Potest ha preso contatto con i responsabili della Fie (Federazione Italiana Escursionismo), ente impegnato nella realizzazione e gestione del sentiero, al fine di farlo transitare anche nel territorio dei Sibillini, che da sempre ha una vocazione naturale per il trekking e il turismo lento. "Il contrasto tra la crudità della distruzione nelle terre colpite dal terremoto, - spiegano dall'associazione - i paesaggi naturali mozzafiato che le circondano e l'impegno quotidiano delle sue popolazioni per restituire a questi territori la dignità che meritano è un'esperienza che lascia il segno e apre ad un mondo di riflessione che ben si inserisce all'interno della solidarietà tra i popoli". Sono serviti anni di lavoro ad Arquata Potest per riportare in vita singoli sentieri con "costanza e dedizioni per la nostra terra": ora si riesce a "metterli a sistema".
“In particolare, - aggiungono i responsabili dell'Associazione - gli escursionisti che transitano lungo il nostro territorio ci confessano di rimanere colpiti dal tenace attaccamento delle genti a queste terre montane, che offrono peraltro ottime possibilità di ristorazione con i prodotti tipici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Frequentando questo itinerario, infatti, si fornisce anche un aiuto ed un incoraggiamento prezioso per le popolazioni dedite a far rinascere le attività locali in attesa della ricostruzione”.
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