Con il dato sull'aumento delle
richieste di aiuto al numero 1522 (+79,5% nel 2020) il
presidente del Consiglio regionale delle Marche Dino Latini ha
aperto la seduta dedicata al Rapporto annuale sul fenomeno della
violenza contro le donne. "Una malattia cresciuta nell'ombra del
Covid - ha detto Latini - da contrastare con una battaglia di
civiltà per garantire l'affermazione della persona. Un risultato
da perseguire quotidianamente, altrimenti prevarrà
l'imbarbarimento". L'attenzione sul fenomeno "deve rimanere
molto alta", ha ribadito la presidente della Commissione
regionale pari opportunità Maria Lina Vitturini. Hanno preso la
parola Patrizia Peroni, vice questore di Macerata e referente
Polizia di Stato per il Forum regionale contro la violenza di
genere, Anna Maria Repice, avvocata del Foro di Ancona e
componente della Commissione regionale pari opportunità, e
Federica Guercio, psicologa consigliera presso l'Ordine degli
Psicologi della Regione Marche. Nei loro interventi il racconto
in prima linea di fatti di cronaca che confermano la necessità
di "invertire la rotta" con un lavoro in rete. Ida Creopolo,
Fiorella Scarponi, Simona Purceddo e Rosina Carsetti: sono i
nomi delle vittime di femminicidio nelle Marche nel 2020 che
Elena Leonardi, presidente della Commissione Sanità e relatrice
di maggioranza, ha voluto scandire in Aula. Previsto dalla Legge
regionale del 2008, il rapporto documenta i dati dei 5 Centri
antiviolenza, uno per provincia, incrociati con quelli del
sistema sanitario: rispetto al 2019, si registra un aumento
delle donne che si sono rivolte per la prima volta ai Cav,
passate da 471 a 483. Sono donne prevalentemente di origine
italiana (325, ossia il 67,2%, contro le 142 straniere),
residenti nelle Marche (442 casi, 91,2%), di età compresa
prevalentemente tra i 30 e 49 anni (63,7%). I figli che vivono
in un contesto familiare in cui si registrano comportamenti
violenti sono 595 e delle 483 donne vittime di violenze il 39%
vive con i figli minorenni.
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