Sono sempre meno gli uffici di
Poste Italiane e con una perdita di posti di lavoro a quattro
cifre. La denuncia di Pierpaolo Ionna, Confsal Comunicazione,
Annalisa Marini, Slc Cgil Marche, Maria Pia Azzurro, Ugl,
Maurizio Giampieri, Failp Cisal. Gli Uffici postali nella Marche
sono attualmente 409, -66 dal 2008 ad oggi, e 30 "chiusi o
aperti a giorni alterni, conseguenza delle razionalizzazioni
'temporanee' a causa del Covid e del terremoto. "Negli ultimi 8
anni, il personale stabile di Poste Italiane nelle Marche è
diminuito di circa 1.000 unità: si è passati dai circa 3.800
dipendenti del 2013 ai 2.800 del primo semestre 2021 - hanno
detto gli esponenti dei sindacati -. Stessa situazione nel
servizio di recapito della posta dove si registra, da inizio
anno ad oggi, un calo del personale di circa il 15% fra stabili
e flessibili. Proprio tra i portalettere e gli addetti allo
smistamento, è in aumento il ricorso al contratto a tempo
determinato a danno del lavoro stabile e della qualità del
servizio stesso". Le conseguenze, secondo i sindacati, sono
"lunghe code fuori dagli Uffici postali, che con l'avvento della
stagione invernale, creano non pochi disagi alla cittadinanza e
alla circolazione. Non a caso, spesso, negli ultimi tempi, si
sono verificati episodi di aggressione verbale e fisica nei
confronti degli operatori di sportello". A rischio, ad oggi,
anche il Centro Multiservizi di Ancona, 80 lavoratori in tutto
(all'inizio erano 145). "Il centro si occupa di antiriciclaggio,
antifrode on line ed off line. Alcune lavorazioni sono già state
accentrate a Roma ed altre esternalizzate. Occorre invertire il
trend", concludono i sindacati.
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