Siglato al Mise il preliminare di
intesa della vertenza Elica, multinazionale di Fabriano
(Ancona), leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti.
Presente anche il presidente, Francesco Casoli, insieme al
management, ai rappresentanti nazionali e locali di Fim, Fiom,
Uilm, i tecnici del ministero dello Sviluppo economico. Il
'patto' durerà 36 mesi, i potenziali esuberi sono ridotti a 150
e si stabilisce che saranno affrontati con un percorso di
ammortizzatori sociali e di uscite incentivate esclusivamente
volontarie, così da scongiurare del tutto i licenziamenti
coatti. Chiude il sito Cerreto D'Esi, che però potrebbe essere
al centro di un progetto di reindustrializzazione. La vertenza
era cominciata il 31 marzo con la presentazione del piano di
riorganizzazione aziendale a base di esuberi (409 su 560
dipendenti nel comprensorio), la chiusura del sito di cerreto e
la delocalizzazione del 70% delle produzioni nei tre siti di
Fabriano, Cerreto e Mergo. In questo ultimo stabilimento,
dovrebbero confluire i lavoratori di Cerreto, arriveranno le
produzioni di alta gamma. "Finalmente una buina notizia" il
comento della Fiom, mentre la Uilm annuncia vigilanza
sull'applicazione dell'accordo. Per Frencesco Casoli si chiude
positivamente "una fase complessa per Elica" e con l'accordo "si
realizza un modello industriale che consentirà all'azienda di
essere competitiva in un mercato, quale quello
dell'elettrodomestico, sempre più internazionale dove la
concorrenza è fatta da grandi player stranieri e di
salvaguardare il futuro e la stabilità del Gruppo", mentre la
viceministro al Mise Alessandra Todde sottolinea che "sono stati
evitati 400 esuberi".
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