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Ucraina: Cna Marche, da 2013 export verso Russia -62%

Ucraina: Cna Marche, da 2013 export verso Russia -62%

Sanzioni pesano più di Italia. "Ragioni diplomazia prevalgano"

ANCONA, 24 febbraio 2022, 16:16

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "Guerra in Ucraina: per le Marche le sanzioni alla Russia pesano di più. Il sistema produttivo marchigiano sta già pagando un prezzo pesante all'embargo verso i russi deciso nel 2014, dopo l'annessione della Crimea". Così la Cna Marche. "Nel 2013, ultimo anno senza gli effetti delle sanzioni, - ricorda - le esportazioni marchigiane verso la Russia ammontavano a 724,8 milioni di euro.
    Dopo sette anni sono scese alla fine del 2020 a 273,8 milioni di euro, con un calo del 62,2%".
    "Un conto molto più salato di quello pagato dall'export italiano, che ha perso 'solo' il 34 ,3%. Ad affermarlo un rapporto del Centro Studi Cna Marche su dati Istat. "L'economia marchigiana - affermano il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Otello Gregorini - è molto più esposta alle ricadute delle sanzioni alla Russia, rispetto al resto d'Italia, perché il sistema moda pesa per il 40,5% di tutto l'export verso il Paese di Putin e solo le calzature rappresentano il 33% di tutte le merci che mandiamo in Russia".
    I distretti marchigiani "sono dunque i più esposti di fronte alle tensioni ed alle ripercussioni commerciali della guerra in corso. - ricorda Cna Marche - A soffrire è in particolare il distretto di Fermo. Grazie alla spinta delle calzature, infatti, il 7% dell'export locale è rivolto verso la Russia. Il quadruplo rispetto alla media nazionale, con diverse imprese che fanno proprio in Russia il 30% dei ricavi. Per loro il varo di nuove sanzioni, il loro inasprimento o addirittura il blocco degli scambi commerciali con la Russia sarebbero un disastro e metterebbero a rischio l'intero distretto. Senza considerare le conseguenze del conflitto sul turismo russo verso l'Italia, che vede ogni anno una forte presenza sulle spiagge dell'Emilia Romagna e delle Marche". "Ci auguriamo - concludono Silenzi e Gregorini - che le ragioni della diplomazia prevalgono su quelle del conflitto armato e si ponga fine al più preso alla situazione di guerra in Ucraina in modo da diradare le nubi che si addensano sull'Europa e mettono a rischio oltre 70 anni di pace e di benessere".
   

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