"L'Europa e il Vaticano non hanno
avuto mai coraggio di dare la giusta considerazione allo Stato e
alla Chiesa ucraina per non rovinare i rapporti diplomatici e
economici con la Russia e il dialogo ecumenico con gli ortodossi
russi, ora si renderanno conto con chi dialogavano". A due
settimane dall'attacco russo in Ucraina, don Mihajlo Korceba,
parroco della chiesa di San Paolo Apostolo di Ancona e guida
della comunità ucraina di rito cattolico greco nel capoluogo, si
sfoga sulla sua pagina Facebook. "Una cosa mi consola: ormai
tutte le maschere sono state tolte - aggiunge -. Lo Stato
ucraino e la Chiesa ucraina sono secoli che lottano per la
propria libertà e indipendenza, politica e religiosa". Raggiunto
telefonicamente, il parroco osserva che la diplomazia "non è
servita a niente" e che i russi "battono sempre sulle stesse
bugie, sul fatto che c'è bisogno di denazificare la nazione, ma
è una cosa assurda, sono loro che stanno invadendo, noi stiamo a
casa nostra, è la stupidaggine più grossa che hanno detto".
Quanto all'Europa "si potrebbe dire di sostenere militarmente
l'Ucraina, è difficile, ma almeno aiutare il Paese nel materiale
per potersi difendere. Almeno questo, perché tanto non cederanno
- sottolinea -, l'Ucraina non cederà: se saranno lasciati a se
stessi sarà genocidio dei civili e di tutta la popolazione.
Almeno se avranno gli strumenti per difendersi potranno farlo e
lo stanno già facendo", tanto che la resistenza del popolo
ucraino è arrivata quasi alla seconda settimana. Don Mihajlo ha
poca fiducia anche in un intervento della Santa Sede, perché
"dall'altra parte (la Russia, ndr) si trova sempre un muro di
gomma". "La soluzione? Chi sta fuori da casa sua, deve tornare a
casa propria" insiste. "Si sta parlando della possibilità di
cedere qualche territorio - aggiunge - a a questo punto
'tagliamoci la mano', ma il corpo vive, non tutti saranno
d'accordo, ma se questo è il prezzo...". Nelle famiglie che
ruotano attorno alla parrocchia di Ancona, sono giunte, accolte
da familiari che vivono sul posto, una decina di persone fra
donne e bambini, altre sette sono state accolte nell'Osimano.
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