"Per carità, ci sarà anche qualche
caso di infezione in più legato alla guerra, ma purtroppo non è
quello il grosso problema: speriamo che chi di dovere faccia la
sua parte e risolva questo 'benedetto' problema". Lo ha detto a
Senigallia Guido Silvestri, direttore del Dipartimento di
Patologia generale e medicina di laboratorio della Emory
University di Atlanta, parlando con i giornalisti del possibile
impatto dei profughi ucraini sulla pandemia di Covid in Italia,
a margine di un evento organizzato dal Lions Club locale dal
titolo ìL'Ottimismo della scienza'. "La pandemia sta facendo il
suo corso - ha aggiunto - tutto è infinitamente più gestibile di
quanto non fosse due anni fa: abbiamo i vaccini, le terapie, c'è
moltissima gente immune, anche per aver contratto l'infezione,
un po' in tutto il mondo, quindi si tratta di continuare a
gestirla". "Se tutte le persone fossero vaccinate, e, con gli
antivirali di nuova generazione, che cominciano a usarsi a
livello di massa, non è che finisce l'infezione, finisce
l'emergenza, diventa gestibile, come tanti altri problemi - ha
detto ancora -. Abbiamo avuto una fase all'inizio del 2020,
febbraio, marzo e aprile 2020, che non era gestibile, e per
questo abbiamo dovuto ricorrere a lockdown, coprifuoco e zone
rosse, che speriamo mai più di dover vedere nella nostra vita".
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