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Untore Hiv: Cassazione, rapporti 'causarono' morte compagna

Untore Hiv: Cassazione, rapporti 'causarono' morte compagna

Motivazione sentenza per 38enne, omicidio volontario e lesioni

ANCONA, 06 maggio 2022, 19:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "L'infezione Hiv, inguaribile e potenzialmente letale se non trattata, conseguì ai rapporti sessuali non protetti. La morte della Gorini fu quindi conseguenza di tali rapporti sessuali che produssero l'infezione che, a sua volta, determinò l'insorgere di una patologia Aids definente, risultata letale". Con un dispositivo di 27 pagine la Corte di Cassazione motiva così la sentenza del 15 dicembre scorso, quella con cui venne rigettato il ricorso di Claudio Pinti, il 38enne di Montecarotto accusato di aver contagiato con l'Hiv la sua ex compagna Gorini e poi la fidanzata. "Il nesso di casualità tra rapporti sessuali non protetti e la morte della Gorini è oggettivo. - proseguono i giudici - C'era un obbligo per Pinti di impedire l'evento informando la partner della propria sieropositività".
    A cinque mesi dalla conferma della condanna a 16 anni e 8 mesi di carcere per l'imputato, per lesioni gravi e omicidio volontario, è uscita in questi giorni la motivazione della sentenza della Suprema corte che ha ritenuto "corretto" il giudizio inflitto in secondo grado contro il quale la difesa dell'imputato, l'avv. Massimo Rao Camemi, era ricorso in Cassazione.
   

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