Sono due i fronti d'inchiesta sui quali lavora la Procura di Ascoli Piceno a seguito della morte di Salvatore Cuomo Piscitelli e sui presunti pestaggi subiti nel carcere di Marino del Tronto Ascoli dai detenuti che vi furono trasferiti da quello di Modena, dove era scoppiata una rivolta, nel marzo 2020, in pieno lockdown.
L'inchiesta aperta per omicidio colposo per la morte di Piscitelli ha riguardato un medico e un agente di polizia penitenziaria del carcere ascolano, ipotizzando un ritardo nei soccorsi; per le due posizioni la magistratura ha chiesto l'archiviazione, non ravvedendo responsabilità nell'operato del medico e dell'agente. Archiviazione alla quale si è opposta l'associazione Antigone: sarà dunque ora il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Ascoli a stabilire se l'inchiesta va archiviata o se disporre nuove indagini delegandole alla locale Procura. Nel prendere visione del fascicolo il legale di Antigone ha verificato che nelle carte vi erano diverse testimonianze di altri detenuti che hanno riferito di autentici pestaggi avvenuti in quei giorni da parte degli agenti di polizia penitenziaria della casa circondariale di Ascoli, all'arrivo dei reclusi provenienti da Modena. Racconti circostanziati che hanno spinto Antigone a presentare un ulteriore esposto alla Procura di Ascoli che ha fatto aperte che le indagini sui racconti dei detenuti sono in corso e che al momento non vi sono iscritti al registro degli indagati.
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