"Il tema del fine vita è anche una questione di soldi": a sostenerlo è il presidente della Conferenza episcopale marchigiana (Cem) e vescovo di Macerata, mons. Nazzareno Marconi, nel corso di un'intervista all'ANSA in cui ha toccato vari temi, tra cui questo, che vede le Marche al centro del dibattito dopo che di recente tre persone, da tempo gravemente malate, hanno chiesto di mettere fine alla propria esistenza. "Inutile che ci nascondiamo dietro a un dito. - dice il vescovo - I soldi sono importanti per tanti e spesso nessuno vuol dire che per motivi economici si fanno delle scelte".
"Garantire - afferma - un'assistenza, una qualità di vita, una cura a chi sta soffrendo, di alta qualità, costa molto dal punto di vista dei medicinali, moltissimo dal punto di vista del personale sanitario".
Mons. Marconi non accetta neanche l'impianto legislativo che si vorrebbe mettere in piedi per dare seguito alle richieste di quei malati che chiedono di mettere fine alla propria vita.
"Sono convinto che è particolarmente insano impostare un sistema legislativo a partire dai casi limite", spiega mons. Marconi.
"La sapienza del diritto romano ci insegna che non si costruisce un sistema legislativo focalizzandosi sui casi limite - aggiunge - C'è da sempre un mondo che ha agito sulla spinta dell'emotività, dell'emergenza, del caso limite, usati come metro per costruire la legge. Questo fa danni". "Credo che sia fondamentale ragionare prima di tutto nel consolidare i quadri normativi di base che permettono di avere la tutela dei grandi valori, poi, - conclude il presidenet della Cem - nella intelligenza dell'applicare le leggi si trovano anche le soluzioni umanizzanti per i casi limite".
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