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Calzature: Fenni, mercato vuole nostre scarpe, anche in Ucraina

Calzature: Fenni, mercato vuole nostre scarpe, anche in Ucraina

Organizzare una fiera a Kiev o Leopoli, Regione Marche ci aiuti

ANCONA, 18 giugno 2022, 12:18

Redazione ANSA

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"Le prime fiere estive, dall'Expo Riva Schuh al Pitti, hanno mandato un messaggio chiaro: il mercato è in ripresa e i buyer hanno voglia di viaggiare e vedere con i propri occhi le nuove collezioni". Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Fermo ed vicepresinte di Assocalzaturifici, guarda con ottimismo ai prossimi mesi, che culmineranno con l'autunno del Micam e delle fiere in mezza Europa. Pensando al mondo ex Csi, Fenni si è confrontato con gli associati a Confindustria ed è emersa una richiesta: "l'Ucraina, e Kiev in particolar modo, hanno voglia di scarpe italiane. Non riescono più a viaggiare, ma una grande fetta di Paese non è interessato dal conflitto e molti buyer ci hanno contattato per chiedere di andare a esporre a casa loro.
    Si potrebbe organizzare una fiera a Kiev o a Leopoli, sarebbe anche un segnale di vicinanza a un territorio che crede e spera nella pace". Dal canto loro gli imprenditori "ora sono in fase di produzione, stanno completando gli ordini ricevuti nei mesi scorsi e stanno preparando i nuovi campionari. Settembre presenta delle incognite, ma proprio per questo bisogna arrivarci al meglio supportando le imprese nel modo migliore".
    Fenni lancia un appello alla Regione "perché si lavori insieme sul nuovo piano fiere insieme con la Camera di commercio delle Marche". "In Germania bisogna essere protagonisti al Premium di Berlino - prosegue -, al Gallery di Düsseldorf, all'Essenz di Monaco di Baviera. Poi c'è la Francia con Who's Next e Premiere Class a Parigi. Chiaramente confermate Almaty in Kazakistan e l'Obuv a Mosca". " Ivoucher negli anni si sono dimostrati un mezzo funzionale alle esigenze degli imprenditori. L'importante ora è aumentare il plafond così da non dover costringere l'imprenditore a scegliere tra un'opportunità e l'altra. In attesa di misure nazionali, penso ai ristori per chi era più esposto nei territori in conflitto, la Regione insieme con la Camera di Commercio può fare molto" per politiche economiche "di rilancio e non più di sostegno".
   

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