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Pasolini: Abel Ferrara, ancora rilevante e anticipatore

Pasolini: Abel Ferrara, ancora rilevante e anticipatore

Lo studio da quando ero adolescente. In futuro doc in Ucraina

PESARO, 20 giugno 2022, 09:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "Pasolini è ancora rilevante ad oggi perché è una mente brillante, vedeva le cose in modo molto chiaro. Era un intellettuale oltre che un poeta ed uno scrittore, poteva esprimere tutto ciò che aveva dentro di sé".
    Lo ha detto Abel Ferrara in un incontro stampa a Pesaro, dove questa sera sarà proiettato, in occasione del centenario della nascita, il suo film sul regista, nell'ambito della Mostra del Nuovo Cinema.
    Al di là delle ricorrenze, secondo Ferrara, Pasolini "non verrà dimenticato da me. O dalle persone che sono sensibili e che sono alla ricerca della verità, che sia la poesia, la conversazione politica, il giornalismo, il cinema. Le sue opere sono lì fuori per tutti, è come andare alla ricerca dell'oro o dei diamanti: ci sono, ma devi scoprirli tu. Se la scusa è il centenario per scoprirlo, pazienza. Ma nessuno lo dimenticherà.
    E' un fenomeno internazionale, non solo italiano". Di Pasolini Ferrara è un cultore e un appassionato, tanto de definirsi uno "studente": "non ho fatto ricerche per il film, Lo studio da quando ero adolescente", da quando fu folgorato dal Decameron all'inizio degli anni '70, quando i film italiani erano proiettati a New York nei grandi cinema, "sono stato risucchiato, ho voluto vedere tutti i suoi film. Ho visto Salò dopo la sua morte". Pasolini anticipatore, ha osservato ancora Ferrara: "capi nel 1975 che il consumismo era la tragedia del mondo, una vita in armonia con la natura che deraglia completamente e diventa una vita di oggetti da venerare....alla fine degli anni '60 vedeva questi giovani strafatti, a cui manca una educazione spirituale. Nell'ultima intervista disse: non è una tragedia che un 15enne voglia un orologio, una tragedia è che possa uccidere per quell'orologio".
    L'Italia è ormai un po' la seconda casa di Ferrara, "perché anche se non facessi film, a Roma mi chiamerebbero comunque maestro, gli piacerei comunque perché loro capiscono che sono un regista che ha dedicato la sua vita all'essere un cineasta. A New York ciò che definisce chi sei sono i soldi che hai in tasca". Intanto si prepara ad una nuova esperienza: "andrò in Ucraina e vedrò cosa succede, come documentarista".
   

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