Nel primo semestre 2021 nelle Marche il Pil ha registrato un forte rimbalzo (+6,4%; +6,6% Italia) con un recupero proseguito nel corso dell'anno; a distanza di 12 mesi, all'inizio del 2022 il quadro congiunturale nella regione si è invece "deteriorato" e una "quota preponderante di imprese (oltre la metà) ritiene che la guerra ne influenzerà negativamente l'attività: riduzione della domanda, ulteriori difficoltà di approvvigionamento, soprattutto per effetto del rincaro dell'energia". Dà conto di questa situazione la relazione della Banca d'Italia sull'andamento dell'attività economica delle Marche.
"L'aumento dei costi energia elettrica, potrebbe penalizzare in modo rilevante l'industria regionale, - scrive Bankitalia - che si caratterizza per una quota di valore aggiunto dei settori ad alta intensità di utilizzo di elettricità superiore alla media nazionale (9,7% contro 8,7%)". "Se i prezzi dell'energia persistessero fino alla fine dell'anno sui livelli elevati raggiunti in primavera, le imprese hanno segnalato come principale strategia di risposta un aumento dei prezzi di vendita dei propri beni". Le attese per l'anno in corso sono "improntate al pessimismo, con la metà delle imprese che prevede una contrazione del fatturato e una quota analoga che programma una riduzione degli investimenti rispetto al 2021".
Una situazione del tutto diversa a quella dello scorso anno.
Nel 2021 tasso natalità netto tornato positivo: 0,6% e la crescita che aveva recuperato larga parte calo subito nel 2020.
Mentre il tasso mortalità si è attestato a un livello inferiore alla media pre- pandemia. L'emergenza pandemica, osserva Bankitalia, ha accelerato il cambiamento e la "ricomposizione a favore comparti a maggiore intensità digitale. Nel 2021, il saldo tra quota aziende in utile e in perdita è aumentato di 11 punti percentuali; mentre l'autofinanziamento, a seguito della ripresa della redditività, ha favorito ulteriore crescita delle disponibilità liquide delle imprese che hanno raggiunto livelli elevati nel confronto storico". Lo scorso anno il numero di occupati è aumentato dello 0,8% nelle Marche rispetto al 2020, restando il 2,5% sotto il livello del 2019.
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