Il 27 giugno del 1980 veniva
abbattuto l'aereo Dc-9 della compagnia Itavia di Aldo Davanzali,
causando la morte di 81 persone in quella che fu chiamata poi la
strage di Ustica. A 42 anni da quell'evento, e dopo il
riconoscimento della totale estraneità dell'imprenditore nel
causare l'incidente, sancita anche dalla Cassazione nel 2018 con
un maxirisarcimento alle figlie Luisa e Tiziana, il Consiglio
regionale delle Marche ha voluto intitolare oggi a Davanzali
l'atrio del Palazzo delle Marche. "Una decisione - ha detto il
presidente dell'Assemblea legislativa Dino Latini nel corso
della cerimonia - per ricordare la storia di un grande
marchigiano e il suo contributo alla nostra comunità". "Sulla
strage - ha commentato la figlia Luisa - abbiamo ottenuto
giustizia legale, ma i colpevoli non sono ancora stati trovati".
Mentre la sorella Tiziana, pur ricordando ''il declino e il
calvario del padre durato fino alla sua morte nel 2005", poiché
la tragedia fu falsamente attribuita all'inizio ad un cedimento
strutturale del velivolo, ha affermato di poter ricordare
"quella data in modo diverso e più sereno, grazie alla totale
riconoscimento da parte delle istituzioni della sua innocenza.".
Ad evidenziare i successi imprenditoriali di Aldo Davanzali,
spazzati via dalla strage come le sue aziende, in cui lavoravano
1.500 persone, c'erano oggi anche il suo collaboratore Giampiero
Maldini e il legale della famiglia Cataldo D'Andria.
Quest'ultimo ha ricordato che oltre al risarcimento dei danni
materiali, la Corte d'Appello di Roma il 6 giugno 2019 ha
riconosciuto alle eredi Davanzali anche quelli morali,
quantificandoli in 500mila euro. Presenti alla cerimonia anche i
consiglieri regionali Cralo Ciccioli (Fdi) e Santarelli (Rinasci
Marche).
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