Oltre dieci minuti di applausi e ovazioni hanno accolto eri sera alla Vitrifrigo Arena di Pesaro la prima di Otello, terza opera in cartellone del 43/o Rossini Opera Festival. Una platea con solo qualche posto vuoto a causa della difficoltà degli stranieri di riprendere a viaggiare dopo il covid, ha tributato al cast e al direttore Yves Abel, sul podio dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, con il coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, un'accoglienza trionfale battendo in simultanea con le mani anche i piedi sul pavimento all'arrivo di Eleonora Buratto (Desdemona) e Dmitry Korchak (Rodrigo). Apprezzatissimi anche gli altri due tenori Antonino Siragusa (Iago) e Enea Scala (Otello), che dopo un inizio un po' incerto forse per l'emozione ha offerto una prova canora e interpretativa di livello, assieme ad Adriana di Paola (Emilia) e Engeny Stavinsky (Elmiro), con Julian Henao Gonzales (gondoliero) e Antonio Garés (Doge). Consensi, ma anche qualche contestazione per la regia di Rosetta Cucchi, abbinata alle scene di Tiziano Santi e ai costumi di Ursula Patzak, che ha trasformato il dramma per musica del periodo napoletano di Rossini in un damma borghese di rivalità e gelosia tra esponenti di una società snob e classista. Il protagonista, senza il trucco black face, diventa un militare di successo, ma di umili origini e l'uccisione di Desdemona diventa simbolicamente quella di tutte le donne violate, prevaricate e impaurite da una ridda di maschi minacciosi e beffardi, dietro una porta ma pronti a colpire ancora.
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