Dopo molti anni, ritorna sulla
scheda elettorale il simbolo del Partito Comunista Italiano. E'
la "vera grande novità" delle politiche del 25 settembre,
secondo il segretario regionale del Pci delle Marche Ruggero
Giacomini, in lizza per la Camera nel plurinominale e nel
collegio uninominale di Ascoli Piceno, che oggi ha presentato i
candidati alla stampa ad Ancona. Gli elettori troveranno la
bandiera rossa con falce e martello sovrapposta al tricolore con
la scritta Pci sulle schede elettorali "in 8 regioni tra cui le
Marche", grazie "ai militanti del partito ed alle centinaia e
centinaia di uomini e donne che sotto Ferragosto ai banchetti ci
hanno messo la firma, per consentire questo importante passaggio
democratico, da cui viene un segnale forte di speranza e di
riscossa". "Rivoluzionare il presente, costruire il futuro" lo
slogan del manifesto elettorale e della campagna di
tesseramento. Nel programma prioritario il tema del lavoro: "più
Stato meno mercato" la ricetta proposta per per contrastare il
modello capitalista, "che ha reso il lavoro meno sicuro e più
precario e che ha danneggiato l'ambiente". Sul fronte sanitario,
serve "un'azienda farmaceutica di Stato collegata alla ricerca".
No a ogni "discriminazione legata al sesso, alla religione, alla
provenienza nazionale, contro ogni forma di razzismo e
sessismo". No anche alla politica di "riarmo del governo Draghi
che ci sta portando sull'orlo della guerra nucleare", anche se
"Putin è un fascista". Il Pci prende le distanze da Italia
Sovrana e Popolare, che fa capo a Marco Rizzo: "stanno cercando
di intercettare la galassia no vax e no green pass - ha
osservato Roberta Coletta, anche lei in corsa per la Camera -,
noi siamo a favore dei vaccini, ma vogliamo più trasparenza nei
contratti e pensiamo piuttosto al modello vaccinale di Cuba". Ma
non c'è stata possibilità di alleanza neanche con Unione
Popolare di Luigi De Magistris: "non siamo a favore dei partiti
personali".
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